Teatro Telaio

La fuga di Yann

Archiviato il 09 maggio 2016


  Drammaturgia di Angelo Facchetti
Scenografia di Francesco Levi e Angelo Facchetti
Scenotecnica di Mauro Faccioli
Fotografia di Federico Sbardolini
Illustrazione di Francesco Levi

In una notte fredda e piovosa di novembre il più giovane dei Doutreleau, Yann, piccolo e muto come il Pollicino di Perrault, decide di fuggire da casa con i suoi sei fratelli. Si lasciano alle spalle due genitori violenti, tanta miseria e una vita fatta di duro lavoro in campagna. Guidati da Yann, ha inizio per loro uno straordinario viaggio attraverso l’Ovest della Francia che ha come obiettivo l’incontro con l’Oceano, e di una nuova vita dai confini più ampi rispetto alla loro. Ma, come nelle favole, i sette fratelli dovranno fare i conti con un orco e dal suo incontro si scoprirà che sarà proprio Yann, il più piccolo e fragile, ad avere le risorse, il coraggio e la determinazione per spiccare il volo, da solo, verso un futuro diverso.

Lo spettacolo, come il romanzo Il bambino Oceano di Mourlevat da cui è tratto, si dipana e si ricostruisce a poco a poco attraverso le diverse voci dei fratelli di Yann e degli adulti che lo incontrano, con il ritmo serrato ed ellittico di un noir. I diversi punti di vista disegnano un quadro che cambia continuamente e inaspettatamente i contorni, come in un gioco geometrico di prospettive, che viene sottolineato dalla scelta della musica, le Variazioni Goldberg di Bach in cui il virtuosismo tecnico valorizza, anziché soffocare, la portata emotiva della composizione.

La fuga di Yann nasconde, dietro l’apparente schema mistery, una riflessione sulla condizione umana e sull’adolescenza in particolare: ogni scelta ha in sé una rinuncia, da ogni rinuncia può scaturire una nuova prospettiva.

“Le mie storie riescono a raccontare (un po’) di quello che provo. Metto il dito sempre sulla stessa ferita, ritrovo quella stessa nostalgia-malinconia. Partire…e lasciare, dunque…Aprire la porta, ma anche richiuderla dietro di sé. Morire a qualcosa, per nascere a un’altra cosa. Dire addio alle persone che spariscono nell’oscurità e vedere già davanti a sé le silhouettes di altri che prendono forma, altre persone che allo stesso modo, un giorno, lasceremo.
L’abbandono del proprio passato, dell’infanzia, l’incertezza di tutto, di se stessi, ma anche il desiderio ardente di vivere. L’adolescenza è forse il tempo della nostra vita in cui tutto ciò si vive nella maniera più intensa? Io credo di sì. In tutti i modi, io non ne sono ancora guarito” (J. C. Mourlevat)


ESIGENZE TECNICHE

Area minima richiesta: apertura 6m, profondità 5m, altezza 4m
Carico elettrico minimo: 6 KW
Montaggio: 3 ore circa
Durata dello spettacolo: 55 minuti
Attacco: 380 V trifase, presa pentapolare (3 fasi+neutro+terra)
E’ richiesta l'oscurabilità dell'ambiente.


LO SPETTACOLO E' TUTELATO DIRETTAMENTE DALL'AUTORE E CONCESSO IN ESCLUSIVA AL TEATRO TELAIO. PER ALTRE INFO RIVOLGERSI DIRETTAMENTE ALLA SEGRETERIA DEL TELAIO.